(dal mio libro)
ANNAPURNA HIMAL
Fra le terre alte nel cuore del gigante himalayano
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16 Ottobre 2011. Lower Pisang (3200 m) – Manang (3540 m) – 22 km. Quinto giorno. Giornata ricchissima di emozioni. Da Pisang prendiamo la variante alta che ci permetterà di arrivare a Manang passando per Ghyaru e Ngawal, due insediamenti umani situati ad oltre 3600 metri di quota. Dopo la breve salita per raggiungere Upper (superiore) Pisang, il sentiero si snoda su di un falsopiano fra vecchi pini e vedute sul massiccio degli Annapurna fino ad un antico muro mani. Da qui si stacca una traccia ardita e scoscesa che con numerosi tornanti porta a Ghyaru. Qui la terra è gialliccia per le stoppie e vi è ancora qualcuno che lavora ad affastellare l'orzo appena raccolto. Lo metteranno poi sulle ampie terrazze che sostituiscono i tetti, secondo l'usanza tibetana. Le case sono di pietra, strette le une alle altre, collegate da strette vie per difendersi dai venti e dai rigori invernali. Dal grande chorten bianco scintillante nel sole si domina la vallata sottostante dove scorre il Marsyangdi Khola; sollevando la testa lo sguardo indugia incantato sulla catena degli Annapurna: II (7937 m), IV (7525 m), III (7555 m) e, a seguire, il Gangapurna (7454 m) ed altre cime minori. Dopo la sosta il sentiero continua in quota fino a Ngawal. Il villaggio ha le stesse caratteristiche del precedente e, data l'ora, facciamo sosta per il pranzo. Siamo seduti attorno ad un tavolo nel cortiletto interno di un lodge in pieno sole, per riscaldarci. Si è alzato infatti un forte vento freddo. La sensazione di isolamento è totale. Il sentiero continua a scendere per ampie radure assolate e bruciate dal sole. L'ultima parte della tappa odierna si svolge in una rada pineta. Attraversiamo Munji, lasciamo Bhraka, villaggio fortezza situato su di uno sperone di roccia alla nostra destra e giungiamo a Manang, il villaggio più grande del distretto omonimo.
October 16, 2011. Lower Pisang (3200 m) – Manang (3540 m) – 22 km. Day five. A glorious day today! From Lower Pisang we take the high route which will lead us to Manang via Ghyaru and Ngawal, two settlements located at an altitude of more than 3600 metres. After a short steep climb to Upper Pisang, the trail winds up and down on apparently flat ground through an old pine forest and shrubs as far as an ancient mani (prayer) wall. From this point we take the path to our right, cross a suspension bridge and start climbing up and up in a number of serpentines. We reach Ghyaru, a village where the roofs of the houses are flat, in Tibetan style. They have stone walls and are all clustered around the narrow lanes to protect the villagers from the wind and the freezing cold during the winter months. From the white chorten (Buddhist temple), shining in the morning sun, you can have an overall view of the Marsyangdi Khola down below in the valley floor. You raise your eyes high above and are impressed with the awe-inspiring magnificence of the mountain scenery: Annapurna II (7937 m), Annapurna IV (7525 m), Annapurna III (7555 m) and Gangapurna (7454 m), all of them on parade. The trail continues at high altitude as far as Ngawal, another village in Tibetan style. We stop for lunch: nobody around apart from us. A cold wind is blowing. I feel a deep sense of solitude and isolation. Now the trail goes down through wide open areas of yellow grass burnt by the sun and sparse trees and bushes. We go past Munji, leave Bhraka, a village-fortress perched on a rocky ridge, to our right and get to Manang, the biggest village in the district with the same name. Overnight stay at the Marsyangdi Hotel.
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