giovedì 30 giugno 2011

ROLWALING: Kathmandu - Dolakha








Ottobre 2009. Obiettivo il ROLWALING: una regione esplorata per la prima volta da una spedizione occidentale con Eric Shipton nel 1951, durante la sua ricognizione all'Everest. Il termine Rolwaling in lingua locale significa "il solco scavato dall'aratro", e se ne capisce subito la ragione poiché in realtà esso identifica una profonda gola pressoché disabitata. La valle è anche ritenuta un "beyul" o "valle nascosta", proprio per la sua posizione; essa comunica, tramite uno dei passi himalayani più alti e pericolosi, con la regione del Khumbu e da qui con la via all'Everest. Il programma prevede inoltre la salita al Parchamo, una montagna di 6272 metri.

October 2009 Rolwaling Expedition. Rolwaling is a secluded region north-east of Kathmandu bordering the Tibetan plateau in the Himalayas. It was explored for the first time by Eric Shipton, a distinguished British explorer and mountaineer, during a reconnaissance expedition in an attempt to Everest from Nepal in 1951. The young Edmund Hillary from New Zealand was with him. According to tradition, Rolwaling means “the furrow-left-by-the-plough”, which was pulled by a giant horse and guided by Padmasambhava, a wise spiritual teacher in his journey from India to bring Buddhism to Tibet. It is also a beyul, a hidden valley. Rolwaling si linked with the Khumbu region and the Everest area via the Trashi Labsta col (5755 m), “one of the hardest passes I have ever crossed, as Sir Edmund Hillary put it. As planned, from the pass we will reach the peak Parchamo, a glaciated summit, 6273 m high, before descending to Thame, Namche Bazaar and Lukla where a 17-seat Twin Otter will take us on a breathtaking flight to Kathmandu. You are required a peak permit to climb up the 50 – 60 degree snow slopes to reach the top of Parchamo.




I° giorno
Kathmandu – Dolakha 1660 m
Ore 5: trasferimento in autobus




 La partenza dall'Hotel Thamel è fissata per le ore tredici. Su alcune auto ci dirigiamo verso la stazione degli autobus. Il tragitto è abbastanza breve, nel solito traffico caotico di Kathmandu. Eccolo il nostro bus che ci porterà a Dolakha. Sul capace portabagagli sopra il tetto fervono i lavori di carico del materiale della spedizione: cinque tende da due posti, una grande tenda mensa, una tenda cucina, una tenda toilette, una batteria da cucina, le stoviglie e le posate di metallo, i fornelli, il kerosene, le taniche per l'acqua; le stuoie ed i materassini; alcuni sacchi di tela bianca con il riso e la farina di cereali per preparare il chapati. Frutta e verdura fresca, cibi vari in scatola. L'interno trabocca di zaini e sacche con l'attrezzatura alpinistica.

In uscita dalla città imbocchiamo la Friendship Highway. Costruita nel 1960 dopo il Trattato di Pace e di Amicizia con la Cina, permette di collegare il Nepal con la regione autonoma del Tibet e le rispettive capitali Kathmandu e Lhasa. A Lamosangu, ad una trentina di chilometri dal confine, la abbandoneremo per seguire una biforcazione a destra verso Dolakha, da dove parte la lunga pista per il Rolwaling.
La giornata si presenta gradevolmente calda. Splende il sole. La prima sosta “tecnica” arriva dopo un'ora di viaggio. Il bus guadagna uno sterrato ai lati della strada asfaltata e si ferma presso una unica colonnina di servizio per fare rifornimento. Qualcuno scende, anche per sgranchirsi le gambe o fumare una sigaretta.

Ora predominano il verde delicato dei terrazzamenti coltivati a riso sui fianchi delle colline ed il verde scuro dei fitti boschi. Dolalghat, quota 630 metri, si trova proprio alla confluenza tra due fiumi, Indrawati e Bhote Koshi, a 57 km di distanza e a due ore e mezza di viaggio da Kathmandu. Dalla loro confluenza ha origine il Sun Koshi, famoso per la pratica del rafting. Il ponte di ferro ci trasloca sull'altra riva da dove riprendiamo a salire con strette volute tra le montagne. Piove. Dopo Lamosangu la strada si restringe e si inerpica fino a toccare il suo punto più alto, Kharidhunga, sul crinale a 2700 metri. Alle sei è già buio profondo. Scende anche una fitta nebbia. Una breve sosta a Charikot e l'arrivo a Dolakha dopo cinque ore di viaggio. Sono le sette di sera.
Con lo zaino personale in spalla saliamo per un viottolo a malapena illuminato fino al Dolakha Lodge & Restaurant. Cena, pernottamento e prima colazione.

Day 1 - Early afternoon. Kathmandu to Dolakha 5 hours drive on a Tata bus. Kitchen and mountain equipment, climbing gear, food, fuel, tents, mats, duffel bags with our personal belongings, all of them have been placed and tightly roped on the roof. The whole team consists of Sirdar Galge Sherpa, Nima Sherpa, Tukti the cook, two kitchen boys, a number of porters and ten western mountain lovers from Italy. We take the Arniko Highway leading to Tibet and winding its way up through lush green valleys and hills. Rain at intervals. It is already dark when we arrive at the bus terminus in Dolakha. Evening meal and accommodation at Dolakha Lodge & Restaurant.


Kathmandu. Stazione degli autobus. In attesa delle operazioni di carico.
   Kathmandu. Waiting for loading operations at the bus station.

Rifornimento. Ne approfittiamo per una breve sosta.
 Refuelling at a filling station on the Arniko Highway.

ROLWALING: Dolakha - Piguti

Dolakha 1660 m – Piguti 930 m
Ore 6

Dolakha è un antico centro agricolo e commerciale abitato prevalentemente da gente di etnia newari con un presidio medico ed un ufficio postale. Scendiamo di buon mattino inoltrandoci nel villaggio adagiato su di un ampio sperone proteso sul Tama Koshi che scorre nel fondo valle settecento metri più sotto. Dobbiamo abbassarci fino al fiume che costeggeremo risalendolo per tre giorni almeno. È in fase di avanzata costruzione la più grande centrale idroelettrica del Nepal situata a monte presso Lamabagar a circa sei chilometri dal confine cinese.
La giornata si è fatta discreta, ma l'afa e l'umidità elevatissima fanno scendere il sudore dalla fronte a rivoli. La quota è molto bassa, ci muoviamo fra i 900 e i 1000 metri in un ambiente subtropicale. Accanto ad una semplice teahouse proprio sulla riva ghiaiosa del fiume, sotto un piccolo portico semibuio di una casa anonima, alloggia una scolaresca di una decina di studenti in erba. Seguono con attenzione la lezione del maestro seduto di fronte a loro. I bambini sono costretti a lunghe ore di cammino per assistere alle lezioni in strutture povere o fatiscenti. Qui non ci sono strade. Ci si sposta lungo stretti sentieri che diventano pericolosi durante la stagione monsonica da maggio a tutto settembre.
Malepu, quattro case al culmine di una salitina subito dopo aver attraversato il ponte sospeso sul Dolte Khola, un affluente, è una buona occasione per una sosta e consumare il pranzo. Troviamo ospitalità presso un bhatti, una specie di locanda spartana a gestione familiare, dove è possibile cucinare, bere una birra, acquistare dei biscotti.
Piguti o Pikhuti, la grafia è variabile a seconda delle carte geografiche, ci appare fra piante da frutto e banani giganti. Piove e l'impressione che ricevo è deprimente. Il centro del villaggio è deserto. Un'insegna colorata attira la mia attenzione ed indica la posizione del campo per la notte: Pikhuti Camping Site. Il campo non è male. Un breve giro di esplorazione ed ecco due gabinetti in muratura. Puliti. Solo un buco dove ci si accovaccia e un bidone. Per noi è un lusso abituati a situazioni ben peggiori. Faccio conoscenza con Tukti, il nostro cuoco … sa fare bene il proprio mestiere, ed i suoi aiutanti. La tenda cucina è comoda. Ceniamo accoccolati sul pavimento sopra soffici materassini in gommapiuma. 

Day 2 – Dolakha 1660 m to Piguti 930 m - 6 hrs. Dolakha is an old agricultural commercial Newar settlement with a Health Post and a Post Office, bustling with life. The town covers a wide area steeply sloping towards the Tama Koshi. Once reached the river, the path proceeds gently uphill amid little paddy fields and luxuriant vegetation. The air is hot and humid because of the low altitude and the subtropical environment. We stop in Malepu, just a cluster of houses next to the river, for our midday meal made by Tukti in a tiny kitchen of a bhatti, a traditional Nepali inn. Trekkers are always welcome. You can get some rest, buy biscuits and drink a cool coke or beer if you like. Early in the afternoon, there is a change in the weather so it rains when we reach Piguti. Immediately outside the village we cross a suspension bridge and pitch camp for the night. The camping site provides water for cooking and a small building with toilets … greatly appreciated by everybody!


Dolakha, grosso centro agricolo adagiato su di un ampio sperone proteso sul fiume Tama Koshi.
 Dolakha is an agricultural town bustling with life covering a wide area on a steep slope leading to the Tama Koshi river.


Dolakha. Macellazione sulla pubblica via.
 Dolakha. A man butchering an animal in the street
.
Dolakha. Ragazza che lava le stoviglie.
 Dolakha. A young girl doing the washing-up just outside her house.

Dolakha. Il ripido pendio che porta al fiumeTama Koshi .
 Dolakha and the steep slope leading to the Tama Koshi river.

Il fiume Tama Koshi con i campi coltivati a riso.
 The Tama Koshi river and the paddy fields on its northern bank.

Piguti è un piccolo villaggio sul fiume Tama Koshi.
 Piguti is just a tiny village on the Tama Koshi river.















ROLWALING: Piguti - Jagat

Piguti 930 m – Jagat 1150 m
Ore 8

Da Piguti a Jagat ci attende una tappa lunga ma tranquilla, almeno sulla carta. Si sviluppa per una ventina di chilometri con un continuo saliscendi sulle rive, ora sinistra ora destra rispetto alla direzione di marcia, del fiume Tama Koshi. Il cielo è chiuso da una spessa coltre bianco grigiastra di nubi, la coda della stagione monsonica. Attraversiamo fittissimi boschi interrotti da radure dove sono possibili la coltivazione del riso e vari insediamenti umani. Singati presenta abitazioni decorose e negozietti con merce in vendita di ogni genere ben esposta sulla pubblica via. La gente, come al solito, vive per la strada che diventa così una specie di grande casa a cielo aperto. Il via vai continuo trasmette una sensazione di gradevole vitalità. Sul muro bianco di una casa contrasta visibilmente il rosso di una scritta accompagnata da falce e martello, retaggio della propaganda maoista.
Suri Dhoban, il successivo villaggio a quota 1030 sulla riva opposta del Tama Koshi rispetto a Singati, si trova subito dopo l'ennesimo ponte sospeso. Ne approfittiamo per une breve sosta. Alcuni adolescenti stanno giocando a carom: forse originario dell'India, si avvicina al biliardo. Superato Suri Dhoban, l'alveo del fiume presenta numerose opere di contenimento. Noi stessi, ci troviamo a superare un traverso di un centinaio di metri su roccia a picco sul fiume. Davanti a noi e sotto i nostri piedi un ammasso di sfasciumi altamente instabili: operai lavorano per contenere, modificare, mettere in sicurezza. Anche donne e bambini. Con la pala, la vanga, il piccone o la zappa. Il tutto avviene in posizione precaria, pericolosa, con le immancabili ciabatte di plastica ai piedi.
La sosta per il pranzo ci coglie ormai prossimi a Jagat e ci dona un ottimo risotto con i teneri germogli delle ortiche che il nostro cuoco, Tukti, ha pazientemente raccolto.
Jagat, per la sua posizione, è un freddo villaggio abitato da gente di etnia Tamang, uno dei numerosi gruppi etnici che abitano nella fascia di media montagna del Nepal. Il termine Tamang deriva dal tibetano ta, “cavallo” e mang, “guerriero”, quindi “cavalieri”, venuti al seguito delle orde mongole di Genghis Khan, secondo una antica leggenda.
L'arrivo avviene sotto la pioggia battente. È possibile cenare al coperto, proprio dove piantiamo il campo, all'interno di un edificio in pietra con uso di cucina. Piove tutto il rimanente pomeriggio e con forza tutta la notte. 

Day 3 – Piguti 930 m to Jagat 1150 m – 8 hrs. The trail to Jagat is about 20 km long. The weather conditions do not help. The sky is fully covered with greyish clouds. It rains occasionally. Our path winds its way up an down along both banks of the Tama Koshi river through thick vegetation … leeches ... and field terraces. We walk past Singati, a nice village with small trekking shops, “bhatti”, traditional Nepali inns, and busy people in the main street. A hammer and sickle with graffiti in red stand out against a white wall and remind me of recent Maoist guerilla warfare. Leaving Singati, the trail leads us to Suri Dhoban on the southern side of the river. Here we stop for a little while and drink coke or beer. From the village the path continues the ups and downs on steep rough terrain as far as Manthali. For the midday meal we have “sishnu bhaat” made by Tukti from sishnu (nettle leaves) soup served with bhaat (cooked rice). Absolutely delicious! We arrive in Jagat, a Tamang village, in the rain and make camp. Heavy rain all night.



Singati. Abitazioni decorose e negozietti che vendono di tutto.





  Singati is a nice village with small trekking shops.
 
   Singati. Una scritta con falce e martello attira la mia attenzione.
   Singati. A hammer with sickle and graffiti in red stand out against a white wall.

    Suri Dhoban. Alcuni adolescenti giocano a carom.
    Suri Dhoban. Teenagers playing carom, a popular game.

ROLWALING: Jagat - Simigaon

Jagat 1150 m – Simigaon 2000 m
Ore 6

La sveglia del nuovo mattino ci coglie ancora sotto la pioggia. La partenza avviene un po' più tardi del solito. L'ambiente continua ad essere quello della foresta subtropicale, lussureggiante di verde e di acque. Tutti gli spazi disponibili lungo il fiume consentono la coltivazione del riso, prezioso alimento per gli abitanti della zona. Siamo prossimi al secondo raccolto dell'anno. La valle si innalza ed il Tama Koshi, noto anche con il nome di Bhote Koshi, si fa più violento e tumultuoso. La zona è conosciuta per l'abbondanza delle cascate.
Gongar si trova subito dopo aver superato il ponte in legno sul Gongar Khola, un altro dei numerosi affluenti del Tama Koshi. Dove la valle si fa profondissima gola, a poca distanza da Gongar, si trova Chhetchhet, un gruppetto di teahouse, case da the o punti di ristoro, abitato da gente di etnia sherpa. Qui il sentiero scende ripidissimo e scivoloso per alcuni metri fino a lambire il corso del fiume. L'ennesimo ponte sospeso ci traghetta sulla sponda opposta. Si presenta un'erta salita di settecento metri, trecento dei quali superano una possente bastionata rocciosa tramite una interminabile scalinata scavata nella roccia. Galge Sherpa ci fa sostare sotto una capace sporgenza della sovrastante parete per il lunch della giornata.
Simigaon ci appare sul fianco della montagna, immerso tra campi coltivati a miglio. Si allunga dai 1600 ai 2000 metri di quota, dove c'è il posto tappa. Cessa la pioggia, l'aria è pulita, leggera, fresca e leggermente frizzante. Ceneremo e dormiremo presso lo “Sherpa Hostel”, il lodge a due passi dal piccolo monastero posto in posizione panoramica. L'alberghetto che ci ospita è una struttura a due piani. Quello inferiore, in muratura, si apre su di un cortiletto con una fontana. Una scala esterna su di un terrapieno porta al piano superiore dove si trovano la cucina-stanza da pranzo e due stanzoni dormitorio illuminati da grandi finestre. Il dopo cena è allietato da canti e musiche all'aperto dei giovani del luogo che, al termine, offrono ghirlande di fiori agli ospiti.

Day 4 - Jagat 1150 m to Simigaon 2000 m – 6 hours. Bad weather. Rain all the time. The valley, immediately outside Jagat, rises and narrows. The Tama Koshi river thunders and roars as it struggles for its way down amid large rocks and boulders. The whole area is so rich in waterfalls that it offers impressive views almost at every bend in the path. We walk past Chhetchhet, a Sherpa village on a slope dropping sharply down to a suspension bridge. After the crossing, we take a break for lunch under some overhanging rocks. Now the trail leads us steeply upwards once again, along the scar of a landslide, to terraced millet fileds. Such a vision! Simigaon is spread over a wide area in bright sunshine. The weather has changed and the air we breathe is pleasantly clean and pure. The Sherpa Hostel, next to the Buddhist Temple high above on the ridge is waiting for us. Bed and accommodation in there. After dinner the village youth perform a welcome party with dance and songs and donate garlands of flowers to us. 

 

Il campo a Jagat sotto la pioggia.
                               Jagat. The campsite. Rain all the time.

Incontri sulla strada per Simigaon.
 On the way to Simigaon.

Una delle innumerevoli cascate della giornata.
  An impressive waterfall tumbling 100 m down the bank of the Tama Koshi river.
Chhetchhet. Un grappolo di case a picco sul fiume Tama Koshi.
Chhetchhet is just a cluster of houses on a slope over the Tama Koshi river.

Simigaon. Il tempio buddhista.
Simigaon. The Buddhist Temple high above on the ridge.

ROLWALING: Simigaon - Dowang

Simigaon 2000 m – Dowang 2740 m
Ore 7

Simigaon. Circa novanta chilometri a est di Kathmandu in linea d'aria. Una porta che si apre sulla profonda valle-scavata-da-un-aratro: il Rolwaling. Il gompa risplende nella luce del mattino e le bandierine di preghiera dai vivaci colori si stagliano nel cielo limpido. Il sentiero si immerge nuovamente nella foresta scendendo con numerosi ripidi salti verso il fiume, il Rolwaling Chu. La traccia è disagevole, fangosa e terribilmente scivolosa.
Shakpa Kharka. Quota 2660. Il termine kharka si riferisce ad un pascolo d'altura. Galge Sherpa impone la sosta per il pranzo. Accanto ad un fatiscente bhatti, una specie di locanda, provvista di fontana a qualche metro di distanza, è possibile consumare il pasto che Tukti ci prepara con impegno e fantasia. Vi è la possibilità dell'uso della cucina e dell'acqua, si può acquistare una birra, una coca cola, sedersi ad un tavolo. Sono luoghi obbligati per una sosta, aperti solo per brevi periodi nel corso dell'anno, quando i venti monsonici non imperversano con le violente piogge o i rigori invernali tengono lontane le rare carovane di passaggio.
Non faremo il campo a Gyalche, come da programma. Proseguiamo verso Dowang, un grappolo di capanne male in arnese presso il fiume. Dowang non esisteva appena dieci anni fa ed è sorto dal nulla come un villaggio minerario nel vecchio west. Presenta tre teahouse. Offrono, come di consueto, uno spazio per cucinare. Le tende vengono montate a filo della riva.
Disteso sul materassino nel mio piccolo riparo assaporo lunghi minuti di ozio. Oziare è piacevole. La mente si libera, il corpo si rilassa. Osservo lo scorrere delle cose dal mio angusto punto di vista. Un fossato con acqua corrente taglia in due la radura permettendo ad una giovane donna di lavare le proprie stoviglie. Leggermente spostata ed isolata dalle altre, una bassa costruzione in pietra con due porticine sgangherate, ha tutta l'aria di servire da unico “servizio igienico” della piccola comunità. I polli razzolano, sparsi qua e là, e le capre, numerose, sembrano le vere padrone di questo fazzoletto di terra abitato. Forse non sono gli animali che vivono con gli uomini, sono bensì gli uomini che vivono con gli animali.


Day 5 – Simigaon 2000 m to Dowang 2740 m – 7 hrs. Simigaon is the gate to the Rolwaling Region proper. The sunny day and cooler temperatures because of the higher elevation are a good start. We leave the lodge and the gompa in the morning light and enter a thick humid forest where the path is uneven and slippery. The trunks and branches of the dead trees blocking the path and the mud under your feet make your progress slow and tiring. You begin to have a deep sense of extreme solitude and dreadful reports of leopards in the area may come to your mind.
Shakpa Kharka is simply a shelter used by shepherds at an altitude of 2660 metres in the forest with running water from a fountain, where you can take a rest, have a meal and a drink. The ideal place for the midday meal. Tukti, our cook, does his best as usual: daal bhaat, lentil sauce with boiled rice, and meat with vegetables. After lunch, the trail continues on through the forest as far as an incredible waterfall, and soon afterwards we reach Dowang, a cluster of tumbledown huts in a clearing by the river. Prayerflags are everywhere. We pitch camp and spend the afternoon bathing in the cold waters of the Rolwaling Chhu or lazing about. Sometimes it is nice when you idle away your time!


Simigaon. Il tempio buddhista nella limpida luce del mattino.
Simigaon. The Buddhist Temple shining in the morning sun.

Shakpa Kharka è un ricovero per pastori dove si può sostare per il pranzo.
Shakpa Kharka is a shelter for shepherds where you can have a rest.
Dowang. Una fila di capanne in male arnese a filo del fiume.
Dowang. A cluster of tumbledown huts in a clearing by the Rolwaling Chhu.

Dowang. Una tazza di the fumante attorno ad un tavolo.
Dowang. A hot cup of tea sitting and chatting around a table.














ROLWALING: Dowang - Beding

Dowang 2740 m – Beding 3700 m
Ore 6,30

Uno splendido sole reso ancora più luminoso dal giallo tessuto della tenda mi sveglia. Ne sento il calore a livello di epidermide. Il rumore di tuono del fiume nella sua veloce corsa verso la pianura, ha fatto da ninna nanna, ed ho dormito. Facciamo colazione, abbondante, in una baracca tutta per noi, seduti attorno ad un tavolo.
Inizia un nuovo giorno. Foresta anche oggi. Grandi alberi di rododendro tra massi ricoperti di muschio. Una lunga camminata seguendo il corso del fiume in una zona solitaria e selvaggia. Improvvisi salti ripidissimi superabili su gradini di pietra si alternano a tratti di sentiero più agevole. A due ore da Dowang un ponte sospeso in legno di recente costruzione ci traghetta dall'altra parte. Ora la vegetazione è molto diversa. La foresta cede il passo a spazi aperti, a conifere e a prati, rivelando in lontananza sopra le nostre teste scorci panoramici di cime imbiancate svettanti nel cielo blu. Intuisco che ci stiamo avvicinando a Beding da alcuni segnali inequivocabili. Noto micro-appezzamenti di terreno dove si coltivano le patate. Beding si trova a 3700 metri e la quota elevata non permette altre coltivazioni al di fuori della patata. In compenso, le circa duecento famiglie che vi risiedono stabilmente, si dedicano all'allevamento del bestiame. Negli stazzi delimitati da muretti a secco trovano riparo gli yak e le capre. Gli yak rappresentano anche una fonte particolare di guadagno dato che spesso sono noleggiati ai gruppi di trekker per il trasporto del loro equipaggiamento.
Beding mi appare adagiato su di un ampio pianoro tutto sulla riva sinistra, nel senso di marcia, del Rolwaling Chu. Il primo incontro è con il Gompa, il monastero buddhista, arroccato sulla parte alta del villaggio assieme ad un gruppo di vecchie case. Il fiume si allarga notevolmente e forma una grande piana dove è stato possibile il più importante insediamento umano della regione.
Il campo viene posto all'interno di un piccolo recinto prospiciente una dimora sherpa. Per la cena e la prima colazione approfitteremo, dietro compenso, della famiglia che ci ospita. A darci il benvenuto, le padrone di casa: la madre, e la figlia dai lineamenti particolarmente delicati.
La notte, avvolto nel sacco piuma, non riesco a dormire per il sottile freddo che si insinua nelle ossa. Sono preoccupato. Provare freddo a neppure quattromila metri di quota quando il sacco piuma è previsto per sopportare temperature fino ai venticinque gradi sotto lo zero, non è un buon segnale.

Day 6 – Dowang 2740 m to Beding 3700 m – 6 ½ hrs. The dull sound of the river flowing nearby lulled me to sleep the whole night. After breakfast, we leave the small cluster of huts. The forest is not so dense as it was, being a mixture of rhododendron and fir trees. As we walk up the valley the vegetation opens up with breathtaking views of impressive snow-capped peaks ahead of us.
Beding is a Sherpa village of some 200 hundred families. The northern side of the valley is dotted with stone houses and their bright colours immediately catch my attention. There is a small hermitage festooned with prayerflags high above the village where, according to tradition, Padmasambhava is supposed to have meditated about 1200 years ago during his pilgrimage to Tibet to introduce Buddhism there. On entering Beding you pass below the gompa, Buddhist monastery, perched on the cliffs and guarded by Gauri Shankar, the most sacred mountain of the Sherpas of the valley. It is the seat of the goddess Tashi Tserringma who protects life. We are offered a place to pitch the tents by a Sherpa family and hospitality in their home.

La vegetazione si dirada ed offre spettacolari scorci su picchi innevati.
The vegetation opens up with breathtaking views of impressive snow-capped peaks.

Il fiume Rolwaling Chhu nei pressi di Beding.
The Rolwaling Chhu River at Beding.

Beding (3700 m). Villaggio sherpa con le case di pietra dai tetti colorati.
Beding (3700 m). The northern side of the valley is dotted with Sherpa houses.

Beding (3700 m). Case aggrappate alla montagna.
Beding (3700m). Houses perched on the northern side of the valley.

ROLWALING: Beding - Na Gaon

Beding 3700 m – Na Gaon 4200 m
Ore 6

Si annuncia una mattinata radiosa. Il tepore nell'aria fa venire la voglia di uscire allo scoperto abbandonando il tranquillo rifugio notturno. Il Gompa, in posizione leggermente più elevata rispetto alle case, spicca con i suoi muri color rosso mattone nel cielo azzurro del mattino. Dietro di lui la mole della Candida-Sposa-Di-Shiva, il Gauri Shankar dalle forme perfette.
Ore otto e trenta … un leggero dolore al fianco destro. Non ci faccio caso più di tanto mentre ci apprestiamo a lasciare Beding per dirigerci verso Na Gaon, ultimo avamposto umano situato a 4200 metri, a solo tre ore di cammino da qui. Ore nove. Il dolore riprende e comincia ad acutizzarsi. Alla prima sosta esplode in tutta la sua violenza. Vomito abbondantemente. Ritornano all'improvviso dai più reconditi recessi della mente antichi fantasmi. Una colica renale! Il dolore non dà tregua. La nausea mi coglie ripetutamente ed i conati di vomito mi lasciano del tutto esausto ed ansimante a terra. Il grosso del gruppo prosegue con l'intento di informare Paolo e Galge Sherpa dell'accaduto. Disteso ai lati del sentiero, approfitto di alcuni attimi di pausa del dolore per riprendere fiato...
Dall'alto del sentiero sbucano Galge ed un portatore con una coperta. Galge improvvisa una specie di fagotto, mi ci fa entrare e si abbassa per permettermi di salirgli sulle spalle. Muove i primi passi. Porta un carico di settantacinque chili. E così, lentamente, sulle sue spalle e su quelle del portatore di cui non conosco il nome, riesco ad arrivare a Na. Si danno spesso il cambio in una staffetta a due. Da queste parti, come in tutte le alte valli himalayane, è l'unico modo di portare un infermo. Na Gaon non è neppure un villaggio, è solo una yarsa, un pascolo estivo abitato da pastori nella buona stagione. Ai primi geli autunnali il luogo diventa disabitato, buono forse per lo yeti o il leopardo delle nevi.
Rolwaling Mountain Resort: nell'unico lodge ho una stanzetta tutta per me, che Paolo si è premurato di procurarmi. Il dolore non mi lascia un istante, ma il sollievo per essere arrivato è grande. Ospita, oltre a noi, una piccola spedizione spagnola. Il loro giovane medico, Javier, mi visita. Il timore è che possa essere in atto, visti i sintomi, un attacco appendicolare acuto con una possibile evoluzione di tipo perforativo e conseguente peritonite. Alessandra, infermiera di professione, mi sta vicino e mi aiuta. L'iniezione di Toradol fa il suo effetto. Dormo tutta la notte. Il fatto di non provare dolore mi è di grande conforto.


Day 7 – Beding 3700 m to Na Gaon 4200 m – 6 hrs. Last night I was not able to sleep because of the low temperature. Sunny day, anyway. Gauri Shankar, with its steep faces and long ridges, is shining brightly in a cloudless blue sky. After a substantial breakfast in the Sherpa family home we pay a visit to the gompa while the tents are being taken down.
Eight thirty ... a light pain in my right flank ... nothing to be worried about! It is just a short walk to Na Gaon so, when everything is packed we are ready to go. Nine o' clock. The pain quickly becomes so acute that it makes me vomit. Lying on the side of the trail, out of breath, I try to control the agonizing pain. Suddenly, from the deep recesses of my mind, I realize that the pain is due to kidney stones. When I was young I suffered from renal colics and, after so many years, I had completely removed my problem. Now what can I do in this very remote area of Nepal? Galge Sherpa, our guide, will carry me … yes, carry ... as far as Na Gaon camp. I cannot believe it! He takes me on his shoulders. He is carrying 75 kilograms and is doing that without any visible physical effort. Then one of the porters takes turns.
Na Gaon. I can find accommodation in a small room of a lodge. A young doctor there with a Spanish expedition, assesses me. An injection of a pain killer and I can feel the pain easing off in no time, to my great relief.


Beding sotto l'occhio vigile di Gauri Shankar, la montagna sacra.
 Beding guarded by Gauri Shankar, the sacred mountain.

Beding. Il monastero buddista.
Beding. The gompa, Buddhist monastery.

Il villaggio Sherpa di Beding sulle rive del fiume Rolwaling Chhu con il Gauri Shankar.
 The Sherpa village of Beding on the banks of the Rolwaling Chhu River and Gauri Shankar in the background.

Gauri Shankar 7135 m, è la montagna sacra per gli Sherpa della valle del Rolwaling.
Gauri Shankar 7135 m, the sacred mountain for the Sherpas of the Rolwaling Valley.