domenica 20 marzo 2011

Tumlingtar - Makalu CB: quinto giorno

Quinto giorno: Sheduwa (1540 m) – Tashigaon (2140 m)
Dislivello: + 670 m - 130 m
Ore: 4

Abbiamo con noi 28 portatori, 3 guide – Kipa, Kami e Kul Rai – un cuoco, un vice cuoco e due “kitchen boys”. Così vengono chiamati gli addetti tuttofare alla cucina. A loro spetta il compito di provvedere l'acqua per cucinare, servire a tavola, lavare piatti e pentole nonché portarci il primo the del mattino alle sei in punto quando siamo ancora nelle tende, come il the di metà mattinata e quello del pomeriggio. Trentacinque persone che accudiscono dieci “occidentali” nella loro diuturna fatica per tre settimane. Dimenticavo. Tre dei portatori sono donne!
La partenza questa volta avviene sotto una pioggia battente. Un ombrello, in questi casi, si rivela come lo strumento più utile per ripararsi, trattandosi di tranquilli sentieri. La parte iniziale ci vede impegnati su di un crinale che sale dolcemente fra micro appezzamenti rubati alla foresta coltivati a riso. Giornata davvero terribile e memorabile per le sanguisughe. Abbondano. Impossibile fermarsi per una sosta. Saranno quattro ore di continuo camminare con gli occhi sempre puntati sugli scarponi, controllandoci a vicenda, togliendoci di dosso quelle che riusciamo a vedere. Ma è una battaglia persa in partenza. Tutti dobbiamo pagare il nostro piccolo tributo di sangue a questo poco simpatico animaletto. Maddalena forse più di tutti. Si muovono rapidissime sui nostri corpi alla ricerca del punto debole fra gli abiti per attaccarsi con la ventosa boccale alla pelle. E succhiare. Riescono a passare attraverso i calzettoni e in tale modo si apprestano al banchetto. Io me la cavo, si fa per dire, con il piede destro che sembra un campo di battaglia. A Tashigaon mi tolgo le scarpe, il calzino presenta una serie di grandi macchie rosse per il sangue fuoriuscito.
Tashigaon è l'ultimo villaggio abitato permanentemente della valle del Barun. Si trova ad un'altezza di 2140 metri. Vi abita una comunità di sherpa, “uomini venuti dall'est”. Sono di origine tibetana e si sono stanziati qui circa cinque secoli fa.
Il lodge si trova nella parte alta del villaggio e mi appare come un hotel a cinque stelle extra lusso. Si compone di un piano terra con relativo porticato ed un primo piano con un ampio ballatoio interamente in legno. É anche una stazione di ricerca del Department of Hydrology o Dicastero delle Acque. Inoltre la stazione radio funge da posto di chiamata per il soccorso con l'elicottero. É piacevole stare seduti su di una panchina sul terrazzo al coperto il pomeriggio, con le spalle appoggiate al muro e scrivere queste note. Fuori continua il diluvio, a tratti uno squarcio fra le nubi permette di vedere come di tra un velo, l'Arun Khosi, laggiù, lontanissimo oramai. 
( da " Ho visto le montagne toccare il cielo" ) 

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Alessandra sommersa dalla curiosità dei bambini: meraviglia e stupore sui loro visi. Non si sono mai visti in fotografia!

Chorten, "muri mani" e bandierine di preghiera. Richiamano alla mente i capitelli all'incrocio dei sentieri nelle nostre vallate alpine. Sono simboli di profonda religiosità.

Il terreno è estremamente scivoloso per l'abbondante pioggia. La lussureggiante foresta ed una nebbiolina insistente rendono l'aria satura di umidità.

Tashigaon. Piove. E' piacevole trascorrere il tempo fissando le proprie impressioni seduti nel grande ballatoio.

Tashigaon è l'ultimo insediamento Sherpa permanentemente abitato nella valle del Barun. Si trova ad un'altezza di 2140 metri.



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