(dal mio libro)
ANNAPURNA HIMAL
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L'approvvigionamento
di acqua potabile nella regionen himalayana non è un problema da
sottovalutare. Bere l'acqua direttamente dai numerosi fiumi o dalle
fontanelle dei villaggi è la via più breve e sicura per contrarre
infezioni intestinali quali diarrea e giardiasi, solo per fare
qualche nome.
L'Annapurna
I, 8091 m, è la decima montagna più alta del pianeta. Il massicio,
con le sue tredici cime oltre i 7000 m e le sedici vette oltre i 6000
m, copre la più vasta area protetta del Nepal adibita a questo
scopo. È gestita dal National Trust for Nature Conservation (NTNC),
un ente che si occupa della conservazione dell'ambiente. Tramite un
suo progetto, l'Annapurna Conservation Area Project (ACAP), si
propone di trovare il corretto equilibrio tra tutela ambientale e
sviluppo socio-economico delle popolazioni ivi residenti. In
collaborazione con le comunità locali provvede, tra l'altro, alla
formazione del personale per la gestione di lodge e hotel, promuove
campagne di sensibilizzazione igienico-sanitaria e di salvaguardia
della ricca biodiversità animale e vegetale. Ciò che mi ha colpito
soprattutto è l'attenzione con la quale si cerca di superare il
notevole impatto ambientale causato dalla dispersione delle bottiglie
di acqua minerale usate dai visitatori. Un dato: 88.418 trekkers nel
solo 2010! Di acqua potabile neppure a parlarne. Così sono sorte
varie “stazioni di rifornimento”, segnalate e gestite
dalle comunità locali, lungo il circuito ed all'interno del
“Santuario” dell'Annapurna: Tal, Bagarchhap, Chame,
Pisang, Humde, Manang, Letdar, Thorung Phedi, Muktinath, Kagbeni,
Jomsom, Chomrong... tanto per citarne alcune! Qui è possibile
l'approvvigionamento di acqua perfettamente purificata da batteri,
virus, spore, parassiti ed inquinanti chimici, tramite un processo di
ozonizzazione. Si entra, si presenta la propria cara e a volte
“vecchia borraccia”, si firma un registro lasciando anche qualche
impressione e commento e si scambia qualche parola, il tutto al costo
di 35-40 rupie il litro ( circa 35-40 centesimi di euro). I vantaggi
sono molteplici, dalla tutela dell'ambiente e della salute, non solo
dei visitatori naturalmente, ad un certo vantaggio economico per le
singole comunità che trattengono una parte degli utili. Dimenticavo.
Più si sale di quota e più l'acqua minerale costa, per ovvi motivi:
il trasporto avviene esclusivamente, con notevole dispendio di
energie e di fatica sulle spalle di portatori. Ho trovato prezzi fino
alle 200 rupie per litro (circa due euro).
Va da
sé che l'uso degli attuali tradizionali metodi di purificazione
dell'acqua tramite ebollizione, aggiunta di preparati a base di iodio
o cloro e filtri è una valida alternativa.
Chhomrong, grosso villaggio Gurung pulito e ordinato, sulla via per il "Santuario", si stende dal crinale a 2200 m di quota giù giù fino al torrente Chhomrong Khola a 1860 m. |
Passaggio in un vicolo di Chhomrong |
Chhomrong, la via pricipale |
Chhomrong, la "stazione di rifornimento" dell'acqua |
Chhomrong, la grande insegna con la segnalazione della "stazione di rifornimento" dell'acqua |
Ciao Ruggero, sono Alessia del CAI ESTE! Da perfetta ignorante, ho scoperto solo ora il tuo blog! Ho già letto qualcosa e ne sono veramente attratta! Adoro gli argomenti a cui ti rivolgi, i luoghi, la gente, le tradizioni...
RispondiEliminaMi complimento con te per questo tuo progetto...
Ci vediamo in sede!
A presto
Alessia