domenica 29 luglio 2012

Il PROBLEMA DELL'ACQUA POTABILE IN HIMALAYA


(dal mio libro)
ANNAPURNA HIMAL
Fra le terre alte nel cuore del gigante himalayano 


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L'approvvigionamento di acqua potabile nella regionen himalayana non è un problema da sottovalutare. Bere l'acqua direttamente dai numerosi fiumi o dalle fontanelle dei villaggi è la via più breve e sicura per contrarre infezioni intestinali quali diarrea e giardiasi, solo per fare qualche nome.
 
L'Annapurna I, 8091 m, è la decima montagna più alta del pianeta. Il massicio, con le sue tredici cime oltre i 7000 m e le sedici vette oltre i 6000 m, copre la più vasta area protetta del Nepal adibita a questo scopo. È gestita dal National Trust for Nature Conservation (NTNC), un ente che si occupa della conservazione dell'ambiente. Tramite un suo progetto, l'Annapurna Conservation Area Project (ACAP), si propone di trovare il corretto equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo socio-economico delle popolazioni ivi residenti. In collaborazione con le comunità locali provvede, tra l'altro, alla formazione del personale per la gestione di lodge e hotel, promuove campagne di sensibilizzazione igienico-sanitaria e di salvaguardia della ricca biodiversità animale e vegetale. Ciò che mi ha colpito soprattutto è l'attenzione con la quale si cerca di superare il notevole impatto ambientale causato dalla dispersione delle bottiglie di acqua minerale usate dai visitatori. Un dato: 88.418 trekkers nel solo 2010! Di acqua potabile neppure a parlarne. Così sono sorte varie “stazioni di rifornimento”, segnalate e gestite dalle comunità locali, lungo il circuito ed all'interno del “Santuario” dell'Annapurna: Tal, Bagarchhap, Chame, Pisang, Humde, Manang, Letdar, Thorung Phedi, Muktinath, Kagbeni, Jomsom, Chomrong... tanto per citarne alcune! Qui è possibile l'approvvigionamento di acqua perfettamente purificata da batteri, virus, spore, parassiti ed inquinanti chimici, tramite un processo di ozonizzazione. Si entra, si presenta la propria cara e a volte “vecchia borraccia”, si firma un registro lasciando anche qualche impressione e commento e si scambia qualche parola, il tutto al costo di 35-40 rupie il litro ( circa 35-40 centesimi di euro). I vantaggi sono molteplici, dalla tutela dell'ambiente e della salute, non solo dei visitatori naturalmente, ad un certo vantaggio economico per le singole comunità che trattengono una parte degli utili. Dimenticavo. Più si sale di quota e più l'acqua minerale costa, per ovvi motivi: il trasporto avviene esclusivamente, con notevole dispendio di energie e di fatica sulle spalle di portatori. Ho trovato prezzi fino alle 200 rupie per litro (circa due euro).

Va da sé che l'uso degli attuali tradizionali metodi di purificazione dell'acqua tramite ebollizione, aggiunta di preparati a base di iodio o cloro e filtri è una valida alternativa.

 
Chhomrong, grosso villaggio Gurung pulito e ordinato, sulla via per il "Santuario", si stende dal crinale a 2200 m di quota giù giù fino al torrente Chhomrong Khola a 1860 m.

Passaggio in un vicolo di Chhomrong

Chhomrong, la via pricipale


Chhomrong, la "stazione di rifornimento" dell'acqua




Chhomrong, la grande insegna con la segnalazione della "stazione di rifornimento" dell'acqua












































1 commento:

  1. Ciao Ruggero, sono Alessia del CAI ESTE! Da perfetta ignorante, ho scoperto solo ora il tuo blog! Ho già letto qualcosa e ne sono veramente attratta! Adoro gli argomenti a cui ti rivolgi, i luoghi, la gente, le tradizioni...
    Mi complimento con te per questo tuo progetto...
    Ci vediamo in sede!
    A presto
    Alessia

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