mercoledì 26 gennaio 2011

Nepal ... portatori

Abbiamo con noi 28 portatori, 3 guide – Kipa, Kami e Kul Rai – un cuoco, un vice cuoco e due “kitchen boys”. Così vengono chiamati gli addetti tuttofare alla cucina. A loro spetta il compito di provvedere l'acqua per cucinare, servire a tavola, lavare piatti e pentole nonché portarci il primo the del mattino alle sei in punto quando siamo ancora nelle tende, come il the di metà mattinata e quello del pomeriggio. Trentacinque persone che accudiscono dieci “occidentali” nella loro diuturna fatica per tre settimane. Dimenticavo. Tre dei portatori sono donne! Già. I portatori! Imparerò ad apprezzarne la laboriosità e la forza celata in quei corpi leggeri in bilico su due gambe magre. Li ho visti portare carichi inverosimili, più di quaranta chili nella loro gerla o doko fatta di bambù intrecciato. Alcuni, come Amin, il mio porter, un ragazzo di diciannove anni, portano il carico sapientemente legato sulle spalle, senza gerla. Sono i primi a partire ogni giorno e gli ultimi ad arrivare ogni giorno e per tutti i giorni, domeniche incluse. Portano di tutto. Tende. Tavoli. Sedie. Cibo per molti giorni e il combustibile per cucinarlo. Materiale alpinistico. Cucina completa di tutto il necessario. Reggono il peso non sulle spalle come facciamo noi con i nostri piccoli e ridicoli zaini ma con una cinghia sulla fronte ... Il capo sopporta tutto il carico ... Le vertebre cervicali si comprimono fino quasi a schiacciarsi sotto l'enorme sforzo. Non indossano alcun abbigliamento tecnico. I calzari sono un semplice paio di ciabatte infradito che usano su ogni tipo di terreno, anche il più impervio. Sanno essere veloci su terreno pianeggiante o nella discesa e fanno frequenti e brevi soste sul togla – un bastone di bambù a forma di T sul quale appoggiano il carico e riprendono fiato. Sono discreti e quelle rare volte in cui rivolgono a noi qualche parola in inglese lo fanno con un “Sir” che rivela tutto il loro rispetto. Li ho visti scherzare e ridere e mostrare curiosità per certi nostri atteggiamenti. Alla fine del loro rapporto di lavoro altrettanto discretamente se ne vanno, felici del piccolo tesoro – trecento rupie, poco più di quattro euro al giorno, moltiplicate per tutti i giorni – guadagnato con tanta fatica e a volte mettendo a rischio la propria vita. 
 ( da "Ho visto le montagne toccare il cielo"
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Una sosta sul "togla", bastone di bambù a forma di T  sul quale appoggiano il carico e riposano.



 
Dobato Meadow. Campo a 3600 m, fra pareti di roccia e alti alberi di rododendro. I portatori, riuniti davanti ad un ricovero di fortuna, cercano un po' di riposo al termine della tappa odierna. Piove.

Campo base Makalu 4795 m - Le tre Sherpani ci lasciano. Hanno portato un carico di trenta chili ciascuna da Tumlingtar fino a qui per 140 km. Non vanno mai oltre il campo base delle spedizioni. Le ho spesso ammirate mentre camminavano seminascoste dai loro grossi carichi. 


 





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