domenica 23 gennaio 2011

Nepal ... incontri 2

Il posto tappa è a Khongma, leggermente scostato dal crinale su un modesto prato, a 3500 metri di quota. Accanto ad alcune piazzole per il campo traboccanti di fango si nota uno “sherpa-hotel”, modesta ma preziosa costruzione in pietra, dove è un vero piacere trovare un riparo e bere una o due tazze dell'immancabile the bollente. Ha ripreso a piovere. Il luogo diventa affollato perché oltre alla nostra presenza troviamo anche una spedizione austriaca, che di lì a qualche giorno ci causerà qualche problema. I portatori si riparano sotto una stretta tettoia o trovano rifugio in un buco adiacente all'edificio. Sorseggiando una calda zuppa ho il modo di soffermarmi sui particolari di questa tipica dimora sherpa.

Vi è un unico stanzone a forma rettangolare plurifunzionale. Una apertura funge da ingresso ed un'altra da finestra. Il pavimento è in terra battuta. Un angolo funge da dispensa e da zona dove la donna può svolgere le sue attività. Le uniche suppellettili sono addossate lungo le pareti e constano di una specie di tavolo e di alcuni ripiani di legno ricoperti da tappeti di lana con ricchi disegni colorati. È l'area dedicata al soggiorno e al riposo diurno e notturno. Alcuni armadi sono pieni zeppi di bibite. Predominano la birra e la coca-cola. In bella mostra vi sono anche biscotti e altri generi di approvvigionamento. Non mancano le sigarette. Si può tutto acquistare. Nei pressi della porta trova posto il focolare in una piccola buca di pietra. Non esiste canna fumaria o comignolo – un'altra analogia con le case dei Walser sulle nostre Alpi. Il fumo esce in parte dalle fessure del tetto. Tutta la stanza ha un colore grigiastro e l' odore stagnante del fumo è penetrante. All'inizio gli occhi lacrimano. Poi ci si fa l'abitudine. Sulla perpendicolare del focolare è appeso un graticcio di legno con carne cruda di yak stesa a strisce ad essiccare.

Ho l'occasione di parlare con la famiglia che ci sta offrendo ospitalità. Una coppia giovane con una bella bimbetta di pochi anni. La conversazione in inglese non è delle più facili, ma si riesce a comunicare. Lei presenta dei grandi occhi neri e la pelle scura. I suoi lineamenti tradiscono la sua origine tibetana. È la prima ad attirare la mia attenzione. Mi chiede della mia famiglia. È curiosa. Mi parla della sua. Vengo così a sapere che ha quattro figli di dodici, nove, sette e quattro anni. La più piccola con lei. Con la stagione fredda chiuderanno e scenderanno a quote più abitabili. Mi ha fatto ridere quando ha aggiunto, ridendo, che di figli non ne vuole più ... “finished” ... basta ... finito. Non vuole fare come la propria mamma che di figli ne ha fatti ben undici! Vuole sapere la mia età. Si complimenta con me...
( da "Ho visto le montagne toccare il cielo" )
Leggi le prime pagine

Khongma , il campo a 3500 m, e il modesto ma prezioso "sherpa-hotel"
... sulla perpendicolare del focolare è appeso un graticcio di legno con carne cruda di yak stesa a strisce ad essiccare ...

... "finished" ... basta ... finito ...

Nessun commento:

Posta un commento