domenica 23 gennaio 2011

Nepal ... incontri 1

6 ottobre 2007 sabato – primo giorno: Tumlingtar-Khandbari. Si presenta la possibilità di prendere una jeep e di concentrare in questo modo le prime due tappe in un giorno solo. Ottima idea che ci vede tutti entusiasti! Il viaggio si rivela una avventura. La strada, o meglio una pista appena tracciata che con le prime piogge monsoniche diventa impraticabile, ci regala scossoni e polvere rossa appiccicosa. L'automezzo non è provvisto di vetri sul retro e quello anteriore presenta una grande rosa scheggiata a lato del guidatore. Un paio di volte siamo costretti a scendere causa fango, lo stesso fango che poi ci blocca definitivamente prima del previsto, facendo naufragare ogni velleità di proseguire ulteriormente. Alcune centinaia di metri di strada a piedi e attraversiamo le prime case di Khandbari, un villaggio di ampie dimensioni sparso su una zona collinare a poco più di mille metri di quota. E' sabato, giorno di mercato e un via vai di persone attira la nostra attenzione. Il paese si snoda su un lungo crinale con ampi panorami su entrambi i lati: vi sono alberghetti e piccoli negozi; luce e telefono sono presenti ed anche una scuola con un piccolo piazzale antistante dove ci fermiamo e poniamo il campo. Una breve esplorazione mi permette di visitare l'interno della “scuola”: un lungo e basso edificio ad un piano, pavimento in terra battuta, panchine per gli alunni, niente banchi, niente cattedra ma una lavagna sul muro. Le finestre sono solo dei fori neppure grandi dai quali penetra una luce fioca. Oggi non c'è lezione perché il sabato è per tutti una giornata di vacanza. Un ambiente scolastico ridotto all'essenziale e con la fantasia cerco di immaginare bimbetti seduti ed attenti mentre l'insegnante alla lavagna fa lezione con le misere risorse a disposizione. Scendendo di alcuni metri mi trovo fra campi terrazzati coltivati a cereali e una grande fontana che serve tutto il paese. Il pomeriggio inoltrato con la sua luce radente contribuisce a creare un paesaggio idilliaco e rasserenante. Ho voglia di scrivere le mie impressioni sulla mia Moleskine. Mi siedo sull'erba con quadernetto e matita tra le mani e comincio ... Sono accerchiato da una piccola folla di bambini. La curiosità li spinge ad avvicinarsi sempre di più fino ad accoccolarsi quasi sulle mie ginocchia. Qualcuno, più coraggioso, comincia a compitare le parole che sto scrivendo secondo l'alfabeto inglese, lingua che so essi studiano fin dal primo anno di scuola. E sono veramente bravi! Quanto e meglio di alcuni miei ex-studenti di quinta superiore. Non sbagliano una lettera! Per me è il segnale! Esce il docente che è ancora in me e ne approfitto per improvvisare una lezione di comunicazione partendo dall'inglese per passare poi all'italiano e al nepalese. Riusciamo a parlarci! Vengo a sapere molte cose di loro e delle loro famiglie e mi chiedono, vogliono il mio nome, di dove sono, la mia famiglia. Non sto più nella pelle. L'entusiasmo, la voglia di imparare e soprattutto la loro semplicità ed immediatezza mi coinvolgono emotivamente. Non è possibile. Li invito a scrivere i loro nomi sulla mia agenda e non si fanno certo ripetere l'invito due volte. “My name is Mina Devi Rai ... My name is Sujana Rai ... My name is Jeni Gurung ... My name is Sita Sherpa.”, e scopro che la seconda parte del loro nome indica la loro etnia di appartenenza: i Rai, i Gurung, gli Sherpa. Sto imparando a mia volta! Ad un certo punto si fa largo un maschietto. Quattro. Cinque. Sei anni? E mettendomi tra le mani un foglio di quaderno mi dice due parole soltanto: “ Makalu – yak ” e poi scappa. Guardo. Ammiro due disegni. Una montagna stilizzata, il Makalu appunto, ed uno yak ben particolareggiato nei suoi tratti. Lo yak fa parte integrante della loro cultura: è il loro mezzo di trasporto, non solo ma anche di sostentazione, visto che ne mangiano le carni, con il pelo tessono indumenti e ne usano lo sterco essiccato come combustibile! Mi alzo, lo cerco con lo sguardo ... sparito così come era apparso ...
( da "Ho visto le montagne toccare il cielo" )
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... li invito a scrivere i loro nomi sulla mia agenda ...

"... Makalu ... yak ... "

Khandbari - scolaretti

Khandbari - il cortiletto della scuola dove abbiamo posto il campo
 




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